Come tutti sappiamo, le tariffe di gas, benzina e carburanti vari sono determinati solo in parte dal costo della materia prima, tutto il resto è dato dalle tasse, cioè le cosiddette accise. Ma cosa sono e quanto incidono realmente sul nostro portafoglio? Se esaminiamo con cura il discorso troviamo risposte che lasciano davvero sbalorditi.

Le accise rappresentano una delle principali entrate dello stato Italiano e delle Regioni. Su tutto il territorio italiano grava una accisa sull’acquisto dei carburanti, il cui ammontare è stato incrementato nel tempo allo scopo di fronteggiare finanziariamente diverse emergenze provocate da eventi naturali e non. Quando sono cadute le giustificazioni di esse, tali incrementi non sono stati aboliti, così ad esempio ci troviamo a pagare ancora per finanziare la guerra in Etiopia finita nel 1936. Sì, è incredibile ma vero e l’importo totale assomma a 42 milioni di euro all’anno.

Dal 1956 con le accise finanziamo la crisi di Suez, mentre dal 1963 paghiamo per la diga del Vajont e dal 1966 per la ricostruzione di Firenze dopo l’alluvione, la ricostruzione del Belice dopo il terremoto del 1968. E ancora: paghiamo 2 miliardi e 200 milioni l’anno per la ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 1976, un miliardo e 650 milioni di euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980 (in 42 anni abbiamo pagato con le accise 72 miliardi di euro!). Anche il contratto degli autoferrotranvieri grava sulle nostre tasche, infatti dal 2004 paghiamo per questo 860 milioni di euro all’anno. Per il terremoto dell’Aquila paghiamo solo 219 milioni di euro all’anno, meno male! Il terremoto in Emilia del 2012 invece ci costa 860 milioni di euro all’anno.

Insomma, calcolando tutte queste belle tasse che ci troviamo a pagare inconsapevolmente, arriviamo ad una cifra che ha dell’incredibile, ben 6 miliardi e 800 milioni di euro l’anno! Ma non è tutto, perché oltre alle accise noi paghiamo l’Iva naturalmente, che al 22% ci fa arrivare alla somma di 8 miliardi e 300 milioni di euro all’anno solo per il carburante. Se calcoliamo ciò che negli anni abbiamo pagato solo per i terremoti, noi cittadini abbiamo sborsato la bella cifra totale di 250 miliardi di euro (Iva inclusa!).

Questi calcoli sono stati fatti in base al consumo annuo di carburante che ogni anno in Italia ammonta a 43 miliardi di litri. Adesso ci rendiamo conto perché fare il pieno alle nostre automobili sta diventando un lusso e perché il costo del carburante in Italia è molto più alto che negli altri Paesi. Oltre a questa vergognosa situazione che da oltre trent’anni ci affossa, dobbiamo considerare che di tanto in tanto sorgono eventi straordinari per cui in modo del tutto illegittimo e non suffragato da motivi validi, i prezzi si impennano, come in questi giorni. Con la scusa della guerra in Ucraina il prezzo di gas e benzina è salito oltre i 2 euro al litro, ma senza un reale aumento del costo della materia prima.

Il Sovrano del S.O.R.I. Sua Altezza Serenissima Federico Giovanni I esprime tutto il suo disappunto per la cattiva volontà politica di porre un freno a un tale furto legalizzato ed è indignato dalla mancata assunzione di provvedimenti atti a normalizzare il prezzo del carburante in Italia. Tutti i politici che si sono avvicendati hanno sostenuto un simile politica e anche la Corte dei Conti non ha mai bloccato questa vergognosa tassazione che noi cittadini siamo costretti a subire. Il Sovrano chiede pertanto ai politici di intervenire con urgenza per togliere gran parte di queste accise che ormai non hanno più nessuna ragione di esistere, in modo che l’Italia possa finalmente avere un tenore di vita migliore e ci sia un abbassamento dei costi in tutta la Nazione. Solo così finalmente si potrebbe vivere bene come merita la popolazione, rendendo l’Italia molto più produttiva invece che una nazione sempre in debito nell’Unione Europea.

 

Rita Coruzzi

Ministro alla Cultura e Responsabile Ufficio Stampa