Si prospetta un inverno difficile per tutta l’Europa e naturalmente ne risente anche l’Italia. Tutto questo a causa delle sanzioni date alla Russia per la guerra che si ritorcono contro noi stessi. C’è da chiedersi quanto l’Italia c’entri veramente con la situazione delicata tra Ucraina e Russia. È un bene dare solidarietà in momenti difficili, doveroso, ma si travalica la linea di sostegno morale e materiale con l’invio di armi. Questo è un invito alla guerra, è come assecondare i desideri di sete di potere e di controllo dei potenti a scapito degli interessi di molti, soprattutto della gente comune. Ecco perché il S.O.R.I. pensa, enunciando un pensiero del Sovrano Sua Altezza Serenissima Federico Giovanni I, che sia stato un errore inviare armi quando l’Ucraina non fa parte dell’Unione Europea. Questo ha indubbiamente dato al presidente Putin motivo di reagire e di ridurre l’invio di gas che dava all’Europa e all’Italia.
A posteriori si può riconoscere che è stato uno sbaglio da parte dell’Europa inviare armi all’Ucraina e fare sanzioni alla Russia, anche Draghi ha sbagliato coinvolgendo l’Italia. Ora la soluzione migliore sarebbe ritirare le sanzioni contro Putin e bloccare l’invio di armi, pur continuando a dare tutto il sostegno morale e pratico agli ucraini, soprattutto a colore che vogliono scappare dalle zone di guerra, senza però schierarsi fomentandola. Solo così potremo ricucire il rapporto con la Russia e dare allo stesso tempo sostegno agli ucraini che sono vittime di una guerra voluta dai potenti. Come sempre gli interessi dei pochi prevalgono su quelli di molti. Noi italiani cerchiamo di tirarcene fuori se possiamo, senza però dimostrarci insensibili o ignari di chi si trova in difficoltà, ma neanche propensi ad avvallare comportamenti di due popoli da tanto in guerra, di cui non conosciamo le vere ragioni e i tanti segreti e segni che si sono lasciati nella storia.
L’Ucraina è uno Stato cuscinetto fra la Nato e la Russia, il conflitto è stato certamente causato dalla richiesta di entrare a far parte dell’Europa e, come è normale, la Russia si è sentita minacciata. L’invio di armi da parte dell’Europa ha pertanto aggravato la situazione e questo poteva essere facilmente prevedibile. Ora, giunti a questo punto, noi europei possiamo aiutare generosamente la popolazione ucraina devastata dalla guerra, ma nello stesso tempo dovremmo anche pensare a una soluzione che si direbbe semplice, quasi scontata, ma che evidentemente non lo è. Soprattutto noi italiani dovremmo tutelare noi stessi e la nostra nazione che ormai è alla deriva e rischia di regredire economicamente, con un grande spreco non solo per gli italiani, ma oso dire per l’Europa intera.
Rita Coruzzi
Ministro alla Cultura e Responsabile Ufficio Stampa